Grandi Città & Felicità: realtà o utopia?

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Grandi Città & Felicità: realtà o utopia?

25/05/2023 12:00

Essere felici in una grande città… sembra un sogno, ricorrente, da secoli. Ma è possibile raggiungere la felicità nelle grandi metropoli? L'architettura e il design, in verità, lavorano in sincronia, come tutte le discipline creative, influenzando il nostro umore, anche quando non crediamo sia così. Prestare poca attenzione a questi fattori significa non sfruttarne appieno l'impatto sulla nostra felicità. 

 

 

 

Una questione di visione

 

…e percezione. Già, perché la felicità, o meglio quegli elementi che influiscono sul nostro stato d'animo, sino a generare benessere e felicità, è una questione di visione ma anche di percezione. La pandemia del 2020 ha modificato di molto i gradienti percettivi attraverso cui abbiamo iniziato a vedere, vivere e percepire la casa, il quartiere, la città, tanto da spingere molte persone a cercare qualcosa di completamente diverso e più compatibile rispetto alle mutate esigenze. Paesi e città hanno assunto un ruolo determinante in concretezze che, fino a quel momento, avevamo lasciato a margine o che non ci erano interessate. Di certo, da quel momento in poi, abbiamo acquisito una maggior consapevolezza di quanto e come luoghi familiari o sconosciuti, possono generare sensazioni differenti. Oggi, molto probabilmente, a queste sensazioni sappiamo dare più importanza.

 

Il ruolo della casa

 

La casa, la nostra casa, quella in cui viviamo, quella in cui abbiamo traslocato o quella che stiamo ancora cercando, ha cambiato, nei decenni, ruolo. Sempre nuove necessità hanno generato cambiamenti all'interno dello spazio abitativo, ad iniziare dall'incursione della tecnologia nella nostra quotidianità, la tendenza a ridurre lo spazio ma rendendolo più funzionale al tempo stesso, oppure l'importanza affidata allo spazio e al verde pubblico e privati, così come l'attenzione all'arte, al design, alla buona architettura (come ha dimostrato la città di Copenhagen e vi avevamo raccontato nell'articolo di ottobre). Questi elementi, quando in armonia, concorrono ad avere un forte e benefico impatto anche sulla nostra salute mentale. Vivere in una grande città, dove tutti questi fattori dialogano ampiamente, offre la sensazione di essere abitanti del proprio tempo, essere anche circondati da stimoli esterni e mettere in discussione anche ciò che desideriamo e vogliamo per la nostra crescita interiore all'interno di una comunità. Tutto questo, infatti, si esplica in ciò che possiamo definire un vero processo di apprendimento e crescita personale, emotiva e mentale, che trova tangibilità nel lavoro, nei luoghi della collettività e nella propria abitazione, naturalmente. 

 

 

La città ideale esiste davvero?


Lo spazio urbano, lo spazio architettonico hanno il potere di inviare stimoli in grado di influenzare e modificare il nostro sistema nervoso, il nostro comportamento, le nostre sensazioni ed emozioni ed anche le nostre prestazioni intellettuali. Tali stimoli, che vanno ovviamente a sommarsi a tutta una serie di altri fattori, come ad esempio quelli che appartengono alla natura, al clima, alla qualità dell'aria, ai colori, ai suoni e agli odori che animano lo spazio in cui ci troviamo, abbassano i livelli di cortisolo (cioè l'ormone associato allo stress) e aumentano, invece, i livelli di ossitocina e serotonina, due degli ormoni della felicità. Tuttavia, se accade l'effetto opposto, come quando non ci sentiamo a nostro agio in uno spazio, quando ci sentiamo fuori posto e non sereni, i livelli di cortisolo in aumento generano una crescita esponenziale di ansia e frustrazione, ampliate anche da uno spazio pubblico o privato che non ci permette di viverlo serenamente. 

Dunque? La città ideale non esiste? No, in realtà non esiste, è un concetto astratto, seppur costruito e fortificatosi nei secoli. Però, senza dubbio, esistono e sono esistiti elementi che hanno fatto sì che tale utopia diventasse qualcosa di desiderato e raggiungibile. In che modo? Le città d'arte lo dimostrano, anche a millenni di distanza e Bologna ne è un esempio. Ma anche l'intervento della modernità, quando in comunione con il passato storico della città, riesce a determinare nuova felicità, come dimostra Milano da decenni. Eppure, alla grande città si affiancano piccoli e medi centri, dove spesso entrano in gioco altri fattori che pure rendono la vita più al passo con i nostri desideri e con il concetto di vita ideale. 

In queste diverse realtà è decisivo l'intervento dell'architettura: lo spazio cittadino deve essere concepito, all'interno e all'esterno, nel privato e nel pubblico, in maniera tale da permettere agli abitanti di vivere appieno la città e di ricevere garanzie atte a far sì che ogni spazio sia accogliente, stimolante e capace di generare sinergie. Ed è per questo che anche e soprattutto dopo la pandemia, la direzione che il design, l'ingegneria e l'architettura stanno prendendo hanno ben chiaro il proprio ruolo nella strada che porta alla felicità. 

 

 

La città e l'inquinamento

 

Senza dubbio alcuno, uno dei principali fattori, quando si parla di città ideale, di design e di urbanistica impattanti sulla nostra salute fisica e mentale, è quello che riguarda lo smog, l'inquinamento, l'aumento delle automobili che hanno invaso le grandi città negli anni. La loro copiosa presenza ha generato e continua a generare un forte impatto sulle nostre funzioni cognitive, spesso, purtroppo, in negativo. La città patria della felicità, come ti abbiamo raccontato nel focus di ottobre sul concetto della ‘città di 15 minuti’, deve avvalersi di nuovi elementi, che pure ci rapportano con un passato dimenticato. Tre sono gli elementi, inoltre, indicati dagli studiosi: trasporti efficienti, spazi verdi, alloggi accessibili. La città abitata da persone felici è una città dove edifici e strade sono sicuri, rispettosi dell'ambiente, capaci di favorire la collaborazione, l'attività comune, la collaborazione. 

 

 

 

Cosa possiamo fare noi, per essere felici in città?


Le stime di crescita mondiale prevedono che entro il 2050, la popolazione urbana sarà raddoppiata e che 7 persone su 10 vivranno in una grande città. Questo significa che è necessario, fin da subito, ripensare al futuro delle nostre città, perché saranno quelle in cui vivremo e noi e le generazioni future. Se a tutti noi sembra poco chiaro il ‘come’, agli studiosi appare, invece, molto chiaro. Non esiste una formula magica, ovviamente, ma di certo un maggior coinvolgimento delle istituzioni sarà fondamentale così come la solidità di una maggiore consapevolezza collettiva e sociale. Proprio in tal senso, questi due protagonisti, istituzioni e cittadini, hanno un ruolo importantissimo per definire la città felice del futuro, secondo qualità architettonica e urbana, capaci di sostenere un cambiamento necessario. 

Noi, nel nostro piccolo, non possiamo fare altro che compiere quei gesti di rispetto e visione coscienziosa per ricordarci per la città della felicità è quella che, insieme, costruiamo e scegliamo ogni giorno. 

 

 

 

 

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